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Gli agricoltori maltesi hanno lanciato l’allarme sui pomodori infetti dal Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV), sostenendo che la causa dell’incremento delle infezioni sia da attribuirsi a una cattiva gestione delle importazioni. Il timore più diffuso è che il virus non venga preso abbastanza sul serio, tesi che sarebbe validata dal fatto che non sono richieste certificazioni adeguate agli ortaggi che entrano nel paese.
Malcolm Borg, coordinatore della ONG G?aqda Bdiewa Attivi, commenta questa situazione controversa, esprimendo rabbia a nome degli agricoltori, e aggiunge ulteriori elementi di criticità.
“Gli agricoltori sono molto tesi. Nell’ultimo periodo la direzione fitosanitaria ha effettuato numerose ispezioni, durante le quali si procede al prelievo di colture destinate all’export per appurare eventuali infezioni. In caso di positività al virus, l’intero raccolto viene sradicato, a fronte di un risarcimento di minima entità. Gli agricoltori sono molto attenti alle loro procedure operative, perché tentano con ogni mezzo possibile di non introdurre un’eventuale infezione nelle loro aree di coltivazione”. Borg denuncia una sostanziale iniquità di trattamento tra i pomodori importati e quelli da esportare: i controlli interni, severi e rigorosi, finiscono per sfavorire gli agricoltori maltesi. Inoltre, senza le giuste procedure per gli ortaggi in arrivo dall’estero, si rischia di amplificare il problema e di arrivare a una situazione fuori controllo. La richiesta degli agricoltori è che tali questioni siano affrontate in maniera più sistematica e ordinata, senza permettere al virus di mettere in pericolo l’agricoltura a Malta.
Fonte: Lovin Malta
Photo by: Julius70 on FreeImages