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Garantire la tracciabilità migliora la trasparenza e l’efficienza produttiva, permette di portare valoreagli agricoltori e agli orticoltori che operano lungo la filiera. Sono questi i principali vantaggi della blockchain nell’agrifood individuati da uno studio condotto dalla Wageningen University & Research e commissionato dal Ministero dell’Agricoltura, Natura e Qualità Alimentare (LNV) dei Paesi Bassi.
In una struttura basata sulla tecnologia blockchain, i vari attori che prendono parte al sistema informativo – agricoltori, produttori e venditori – possono essere considerati intersezioni di una rete digitale in cui ogni “nodo” è in possesso di tutte le informazioni relative all’intera rete. Questosistema consente infatti di ottenere dati sempre condivisibili, trasparenti e accessibili.
I consumatori sono sempre più interessati a conoscere l’origine degli alimenti che acquistano, tuttavia la complessità delle catene alimentari rende tale informazione talvolta di difficile reperibilità. Quando si utilizza la blockchain nella filiera agroalimentare, invece, la trasparenza che caratterizza queste tecnologie apporta significativi vantaggi. “È possibile utilizzare la blockchain per migliorare la trasparenza e la tracciabilità prevenendo così le frodi, ma anche per migliorare l’efficienza del settore agricolo e dunque promuovere la sostenibilità” sostiene Lan Van Van Wassenaer, responsabile dello studio.
Tali tecnologie offrono ad agricoltori, orticoltori e a tutte le parti coinvolte, la possibilità di scegliere quali informazioni condividere con gli altri, stipulando contratti “smart” in cui vengono dettagliate le condizioni di condivisione delle informazioni. È però vero che la complessità del processo di controllo e gestione delle informazioni può rendere tali sistemi meno efficienti rispetto ai tradizionali database “centralizzati” e la blockchain solitamente richiede un’elevata capacità di calcolo e di energia per elaborare le informazioni: “tale criticità è propria principalmente delle criptovalute, nell’agricoltura invece questi sistemi permettono perfino di ottimizzare l’uso di energia”, sostiene Van Wassenaer.
Per molte realtà agroalimentari il processo di introduzione della blockchain è ancora in fase embrionale. Van Wassenaer spiega: “il sistema cosiddetto ‘tradizionale’ è ancora forte e non tutti gli attori sono disposti a introdurre la blackchain, principalmente perché non vogliono essere completamente trasparenti”.
La promozione della digitalizzazione e del valore del dato, insieme alla condivisione di regole chiare, sono – secondo Van Wassenaer – gli step più importanti per l’applicazione della blockchain all’agricoltura. La blockchain necessita infatti di un’infrastruttura che ne permetta l’applicazione e la progressiva affermazione. Per fare questo, i ricercatori sostengono che i governi e i decisori politici dovrebbero avere una visione d’insieme sull’importanza della condivisione dei dati. In secondo luogo, suggeriscono la creazione di un osservatorio digitale per monitorare la progressiva applicazione di tale tecnologia e, per concludere, al fine di accelerare il processo di digitalizzazione del settore, raccomandano di utilizzare gli attuali prototipi di blockchain già funzionanti, in modo da dimostrarne l’utilità a tutti gli attori dell’agrifood.
La blockchain può essere considerata un catalizzatore della trasformazione digitale agricola. Insieme ad altre tecnologie, come l’intelligenza artificiale, la robotica e moderni sensori di misurazione per la raccolta dei dati, favorirà l’innovazione del settore: “la blockchain non è il futuro in sé, ma ne farà parte”, conclude Van Wassenaer.
Fonte: hortidaily.com
Foto: ThisisEngineering RAEng from Unsplash