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Nel mese di marzo 2021 l’NPPO (National Plant Protection Organization) dei Paesi Bassi ha informato la segreteria di EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization) dell’applicazione di misure di contenimento del Tomato brown rugose fruit virus (Tobamovirus, ToBRFV – Lista EPPO A2) in 23 siti che producono pomodoro in 12 comuni (436,8 ettari in totale).
Il Tomato brown rugose fruit virus (Tobamovirus, ToBRFV – Lista EPPO A2) è stato identificato per la prima volta in Olanda nell’ottobre del 2019 in una serra di pomodoro nel comune di Westland e successivamente in altre 20 aziende di 8 comuni. Da subito sono state implementate misure nazionali ufficiali in linea con le normative europee (EU 2019/1615 e 2020/1191). Da ottobre 2019, il ToBRFV è stato rilevato in 32 aziende (476,6 ha) ed è stato estirpato in 5 aziende (25,7 ha); in 8 siti l’eradicazione non ha avuto successo e il virus è stato ritrovato nelle successive colture.
Le misure igieniche adottate nelle aree di produzione in cui è presente il virus sono rigorose (disinfezione o sostituzione di indumenti, macchine, attrezzature, superfici e materiale di imballaggio). Si raccomanda, inoltre, di utilizzare perossimonosolfato di potassio per le procedure di disinfezione. I frutti possono essere raccolti a condizione che siano applicate misure igieniche specifiche sia nel luogo di produzione che nell’area di confezionamento, compresa la pulizia e la disinfezione del materiale di imballaggio. Dopo la raccolta, la pulizia e la disinfezione della serra, il sito di produzione viene monitorato con test appositi per un periodo di almeno sei mesi dopo la semina, con l’obiettivo di verificare l’assenza del virus nella coltura successiva e far sì che le misure possano venire revocate.
I produttori hanno riportato perdite comprese tra il 5 e il 30% e alcune aziende hanno dovuto rimuovere un raccolto e iniziarne uno nuovo. I costi delle misure per la distruzione delle piante ammontano a circa 5.000 – 10.000 EUR per ettaro. Inoltre sono necessari costi aggiuntivi per le misure igieniche.
I lotti di semi vengono testati in base alle normative sulla tracciabilità, e quattro di questi sono risultati positivi. Non è stato però possibile confermare se questi semi avessero causato l’infezione del raccolto, poiché non si è potuto procedere con il sequenziamento del virus.
Fonte: gd.eppo.int
Riferimenti normativi UE: eur-lex.europa.eu
Photo by Markus Spiske on Unsplash