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Presentato lo studio Euroseeds sull’impatto economico, sociale ed ambientale del miglioramento varietale in Europa ed in alcuni Stati Membri.
Lo scorso 17 maggio è stato presentato lo studio “The economic, social and environmental value of plant breeding in the European Union” realizzato dal centro studi HFFA – società di ricerca specializzata in ambito agricolo – per conto di Euroseeds. L’indagine è stata svolta con l’obiettivo di accertare in che misura il miglioramento genetico vegetale abbia contribuito all’aumento delle rese, per poi valutare gli effetti tramite alcuni indicatori di mercato e parametri legati al benessere della società e dell’ambiente. Il lavoro è stato articolato in tre parti: un’analisi “ex post” che ha valutato l’impatto del breeding in Europa negli ultimi vent’anni; uno studio “ex ante”, che ha stimato gli effetti del miglioramento genetico nel prossimo decennio e ventennio, considerando l’implementazione delle strategie europee “Farm to Fork” e “Biodiversity”; una panoramica su alcuni progetti di breeding che si avvalgono delle nuove tecniche di miglioramento genetico (NBT). I dati “ex-post” ed “ex-ante” sono riferiti sia all’Europa in toto sia ad alcuni specifici Stati Membri che hanno partecipato allo studio: Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito. Le colture oggetto di analisi sono state frumento, mais, altri cereali, colza, girasole, altre colture oleaginose, barbabietola da zucchero, patate, legumi e mais da trinciato.
I benefici dell’innovazione varietale
Il dato generale emerso dallo studio è la fondamentale importanza dell’innovazione imputabile al miglioramento genetico negli ultimi 20 anni, considerato il contributo a livello europeo con una media di circa il 67% dell’incremento delle rese. Sulla base di quanto calcolato, è quindi possibile stabilire che, grazie al breeding, in Europa è stato registrato un aumento produttivo dell’1,16 % annuo.
Gli innumerevoli benefici apportati dal breeding possono essere caratterizzati, quantificati e riassunti nei seguenti punti:
- senza il miglioramento genetico, negli ultimi 20 anni la produzione delle principali specie coltivate sarebbe stata inferiore in media di oltre il 20%, e nel 2020 l’Europa sarebbe diventata importatore netto delle principali colture agrarie, compresi frumento e cereali;
- dal 2000 al 2020 è stato possibile incrementare la produzione europea di 53 milioni di tonnellate per i cereali e di quasi 8 milioni di tonnellate per i semi oleosi, con conseguente stabilizzazione di mercati e prezzi;
- il miglioramento genetico ha aiutato a preservare i terreni, risorsa limitata in tutto il mondo, riducendo l’impronta ecologica delle produzioni primarie. In assenza di breeding, la superficie agricola coltivata nel 2020 avrebbe dovuto essere ampliata di oltre 21,5 milioni di ettari;
- grazie al breeding sono diminuite di quasi 4 miliardi di tonnellate le emissioni di gas serra;
- il miglioramento genetico delle piante ha effetti positivi anche sulla biodiversità, infatti senza il suo contributo, negli ultimi 20 anni sarebbero andate perse risorse equivalenti alla ricchezza di specie trovata in 8,3 milioni di ettari di foresta pluviale e savane in Brasile o in 11,8 milioni di ettari di habitat naturali in Indonesia, oltre a quanto è già scomparso.
- il miglioramento varietale ha contribuito allo sviluppo economico del settore agricolo, generando nel solo 2020 ricadute positive in termini di benessere sociale pari a 14 miliardi di euro, e un incremento del PIL europeo di oltre 26 miliardi. Inoltre ha favorito l’aumento del reddito medio del settore di circa 6.100 euro per agricoltore, circa un terzo dell’attuale reddito agricolo dell’Unione. In questo modo sono stati creati e garantiti quasi 90.000 posti di lavoro, e molti altri a monte e a valle della filiera agricola.
Il valore del breeding in Italia
Analizzando la situazione italiana, si stima che l’incremento di resa attribuibile al breeding in media per le colture analizzate è pari allo 0,82% annuo (a livello europeo è dell’1,16%). Senza questo prezioso strumento, solo in Italia lo scorso anno si sarebbe verificata una perdita di rese pari al 15,1% della produzione complessiva di seminativi, invece la produzione aggiuntiva ottenuta è pari a oltre 2,2 milioni di tonnellate di cereali. L’aumento di produzione agricola ha permesso di fornire cibo equivalente a quello che sarebbe sufficiente a sfamare 5 milioni di persone a livello globale (paniere FAO), con un impatto sul PIL nazionale di circa un miliardo di euro.
Strategie future e prospettive europee
L’analisi di scenario dei prossimi dieci e vent’anni indica la stabilità o addirittura l’incremento della maggior parte degli indicatori presi in considerazione, ma la prospettiva varia se si considerano le strategie europee “Farm to Fork” e “Biodiversity” che rappresentano importanti sfide per il settore agricolo europeo. L’obiettivo per il 2030 è ridurre l’uso di fertilizzanti del 20% e quello degli agrofarmaci del 50%, aumentando la superficie agricola coltivata a biologico dall’attuale 7,5% al 25%. Se completamente messe in pratica, tali strategie porterebbero ad una considerevole diminuzione delle produzioni agricole fino al 2030. Sebbene il miglioramento varietale possa contribuire a ridurre tali perdite, il ritmo attuale di innovazione potrebbe non essere sufficiente per contrastarne pienamente il potenziale impatto. Dallo studio Euroseeds emerge infatti che i miglioramenti delle colture possibili nei prossimi 10 anni potrebbero attenuare circa del 55% le perdite di reddito nel settore primario. Calcolando che il miglioramento genetico delle piante procederà nei prossimi dieci anni al ritmo attuale, secondo quanto esposto nella ricerca, sarebbe possibile ridurre del 50-60% gli effetti riconducibili all’applicazione delle due strategie fino al 2030 per quanto riguarda fattori chiave, quali l’utilizzo dei terreni, le emissioni di gas serra e le problematiche legate alla perdita di biodiversità e al fabbisogno di acqua. Si sottolinea pertanto l’importanza di impiegare tutte le tecnologie disponibili, soprattutto quelle che permettono modifiche mirate e in tempi brevi, rimarcando l’impatto positivo di un quadro politico e normativo che incoraggi gli investimenti necessari per il miglioramento delle colture. A tal proposito nello studio Euroseeds vengono presentati alcuni casi studio sull’utilizzo di tecniche NBT che ne mostrano i benefici applicativi per agricoltori, consumatori, sostenibilità delle produzioni e, quindi, per la società in generale.
Fonte: Assosementi
Photo by Dan Meyers on Unsplash