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Nonostante i primi allarmi della comunità scientifica risalgano a più di cento anni fa, la perdita di biodiversità delle colture è ancora oggi un tema di grande attualità. Un team di quindici ricercatori provenienti da un largo bacino di prestigiose università e centri di ricerca si è riunito per cercare di fornire una risposta, seppur parziale, a questo grave problema.
Gli studiosi hanno esaminato centinaia di fonti nella letteratura degli ultimi ottant’anni, prendendo in esame gli sviluppi dell’erosione genetica. Nel 95% dei casi è stato rilevato un cambiamento, nell’ottanta, delle vere e proprie prove di impoverimento. Gran parte della diversità colturale che ancora resiste, rischia addirittura l’estinzione in maniera sempre più omogenea in tutto il mondo. “Il quadro globale che emerge dallo studio è quello di un’enorme perdita, in un periodo di tempo relativamente breve, della tradizionale diversità agricola, che è stata arricchita da molte culture in tutto il mondo negli ultimi 10.000 anni“, afferma l’autore principale dello studio Colin Khoury, Direttore senior per la Scienza e la Conservazione presso il San Diego Botanic Garden e ricercatore presso l’Alliance of Bioversity International e il Centro Internazionale per l’Agricoltura Tropicale (CIAT). Tuttavia abbiamo dei motivi fondati anche per nutrire delle speranze, perché in ogni caso una diversità notevole è riuscita a resistere, segno che l’agricoltura più essere ancora diversificata”. Khoury ha collaborato con scienziati presso centri di ricerca agricola internazionali e nazionali negli Stati Uniti, Colombia, Germania, Italia, Messico e Perù, nonché università tra cui El Colegio de la Frontera Sur (Chiapas, Messico), Ohio State University, Saint Louis University, l’Università dell’Arizona, l’Università della California a Davis, l’Università di Cambridge e l’Università dell’Illinois. La biodiversità delle colture tradizionali è elevata nelle aziende agricole dove le specie autoctone sono apprezzate per i loro usi agricoli e il particolare significato sociale. Un terzo dei 139 studi sui cambiamenti nelle varietà di colture tradizionali ha riportato un coraggioso spirito di mantenimento.
Ma se vogliamo che la biodiversità continui a fiorire e sia compatibile con le richieste del mondo di oggi e del futuro, serve raddoppiare il sostegno agli sforzi di conservazione in situ ed ex situ. Gli strumenti, i metodi e le conoscenze odierne possono aiutarci a fermare ulteriori processi di erosione. Per fare questo servirebbe invertire radicalmente alcune abitudini e tendenze relative al nostro stile di vita odierno.
Photo by Lukasz Szmigiel on Unsplash