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Solo poche migliaia di aziende agricole su circa 175 mila aderiscono alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, un registro pubblico italiano istituito nel 2014 e mai propriamente decollato.
Secondo l’imprenditore Giorgio Mercuri, titolare di un’azienda di produzione di ortaggi nel territorio foggiano e uno tra i primi a iscriversi alla Rete, gli adempimenti richiesti sono moltissimi e i benefici sostanzialmente nulli, visto che non esiste un elenco di iscritti pubblicamente consultabile online, né un marchio da poter applicare ai prodotti delle aziende qualificate.
Mercuri, intervistato dal Corriere della Sera, spiega di dover quindi ricorrere a certificazioni private (Grasp e Global Gap), che prevedono la verifica anche delle condizioni dei lavoratori dell’azienda. L’investimento si ripaga poiché i prodotti così certificati possono essere venduti anche alla grande distribuzione all’estero, per la quale tali garanzie sono obbligatorie.
Fonte: Corriere.it | https://lnkd.in/dR2JFD4Y
Foto da Giardinetto.net, sito web dell’azienda di Giorgio Mercuri