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La Confederazione spagnola delle società scientifiche (Cosce), che riunisce 84 società spagnole e più di 40.000 ricercatori, ha prodotto una relazione in cui richiede formalmente e con urgenza una revisione degli standard delle tecniche di breeding nell’Unione europea.
L’attuale regolamento equipara la tecnologia CRISPR agli OGM, rendendone particolarmente difficoltosa la coltivazione a causa di imponenti ostacoli burocratici. È necessario un massiccio intervento di revisione che si allinei agli sviluppi scientifici degli ultimi decenni, al fine di mantenere la competitività dell’agricoltura europea e spagnola. Anche la Corte di giustizia europea ha dichiarato obsoleta l’attuale legislazione con una sentenza del 2018, sollecitandone l’aggiornamento. La tecnica in oggetto si basa su un sistema di protezione di cui batteri e Archaea sono naturalmente dotati e dai quali vengono incorporati dei frammenti del genoma dei virus che li attaccano. Se un virus già conosciuto si ripresenta, le piante sono in grado di prevenire la reinfezione.
La tecnologia CRISPR ha già permesso ai ricercatori, ad esempio, di creare funghi che impiegano più tempo per annerire, mele che non marciscono quando cadono a terra e pomodori che aiutano a controllare l’ipertensione. Nessuno di questi prodotti è coltivato in Europa, eppure è consentita l’importazione da un altro paese, a chiaro svantaggio del settore produttivo europeo.
Infine, il ricorso a questa tecnica, oltre a ridurre drasticamente l’utilizzo di pesticidi a livello globale, risponde in maniera efficace a diverse condizioni climatiche senza perdere raccolto. Per reagire in modo soddisfacente alle attuali sfide dei sistemi alimentari, soprattutto nel Mediterraneo, è pertanto fondamentale poter ricorrere a questo strumento.
Fonte: abc.es
Photo by Julian Hochgesang on Unsplash